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Pet therapy: dagli animali un aiuto concreto per bimbi e malati

29 settembre 2017
SCRITTO DA: Redazione
TAG: Pet Therapy , aiuti concreti

Disabilità psichiche e motorie, demenza senile, programmi specifici per tossicodipendenti o per bambini e ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento sono alcune delle situazioni in cui, oggi, si ricorre all’aiuto dei nostri amici animali.

Dalle prime osservazioni effettuate nel secolo scorso, quando Boris Levinson – psichiatra infantile – scoprì che i suoi giovani pazienti erano molto più disponibili all’interazione quando in studio era presente il suo cane, la validità di queste co-terapie, conosciute sotto il nome di pet therapy, è diventata innegabile.

Chi convive con un animale domestico conosce i numerosi benefici che questo rapporto, già nel quotidiano, ha sulla salute e sul benessere psicofisico.

Un animale è un fidato compagno per combattere la solitudine – ad esempio, per le persone anziane – e diventa uno stimolo a condurre una vita più sana. Spesso, svolge involontariamente la funzione di “antidepressivo naturale”, grazie all’effetto rilassante che deriva dal contatto con lui: accarezzare Fido o Fufi ha come esito fisiologico un generale rilassamento, oltre a produrre l’abbassamento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca.

Cosa succede quando gli animali vengono inseriti in programmi terapeutici strutturati? Gli effetti ottenibili con le cure mediche vengono notevolmente amplificati.

Ma come si svolge la pet therapy? Gli interventi vengono programmati da un’equipe multidisciplinare e gli animali, appositamente preparati, insieme ai loro conduttori, diventano protagonisti di progetti di attività o terapie assistite. Le prime, rivolte ad un gruppo, con finalità educative o ricreative, supportano la sfera emotivo-relazionale dei pazienti; le seconde, più specialistiche, studiate per i singoli, sono veri e propri interventi monitorati nel tempo.

Gli animali più frequentemente impiegati sono cavalli, asini e cani. Questi ultimi, in particolare, se adeguatamente addestrati, possono svolgere un ruolo fondamentale nel lavoro con pazienti autistici e bambini molto piccoli o diventare insostituibili compagni di vita per persone non vedenti o con disabilità motoria, imparando anche a svolgere piccole mansioni – come ad esempio, aprire o chiudere una porta, pagare un conto alla cassa di un supermercato oppure portare un telefono che squilla – che facilitano le incombenze quotidiane.

Quali sono i nuovi orizzonti della pet therapy? Questa modalità d’intervento si sta sviluppando rapidamente aprendosi a nuove opportunità. Come, ad esempio, l’attività diretta ai più piccoli nell’Educazione Assistita dall’Animale, attraverso incontri, spesso nelle scuole alla presenza e con la collaborazione degli insegnanti, che hanno l’obiettivo di migliorare le capacità cognitive e le competenze sociali dei bambini.

Oppure, l’addestramento di cani specializzati nel riconoscimento e nella segnalazione precoce delle crisi epilettiche o dei cali glicemici nei malati di diabete. Due “impieghi” davvero nobili dei nostri amici a quattro zampe, che permettono alle persone affette da queste patologie di sottoporsi ad un minor numero di controlli quotidiani e di vivere, quindi, in maniera più serena, arricchendosi di un sincero e fidato compagno di viaggio.

Vuoi saperne di più?


– Sito del Ministero della salute: http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_5.jsp?area=cani&menu=pet


– Sito del Centro nazionale referenza pet therapy: http://www.centroreferenzapet-therapy.it/