Vita da mamma

Svezzamento dal ciuccio: best practices

29 settembre 2017
SCRITTO DA: Redazione
TAG: svezzamento del ciuccio , bambini

“Non darò mai il ciuccio al mio bambino”, “io non ne avrò bisogno”, “sicuramente ce la farò senza”.
E poi, immancabilmente, poco dopo la nascita anche tu sei entrata a far parte della cerchia di mamme che utilizzano questo strumento per aiutare il proprio bambino a tranquillizzarsi.

Perché si sa, quello col ciuccio è, da sempre, un rapporto controverso: se da una parte ci aiuta nel momento della nanna o durante i viaggi in macchina o, ancora, quando nostro figlio ha bisogno di calmarsi, dall’altra ci spaventa il momento in cui dovremo toglierlo.

Del resto, il ciuccio produce nel bimbo un effetto simile a quello del seno materno, con la differenza che può disporne quando lo desidera e ne ha, di fatto, pieno controllo. Molti bambini scelgono di lasciarlo da soli, quando iniziano ad acquisire maggiore sicurezza in sé stessi.

Ma se il tuo bambino non intende abbandonare il ciuccio, come puoi aiutarlo? Intanto bisogna sapere che l’età migliore per togliere il ciuccio è intorno ai tre anni, per evitare problemi allo sviluppo dentale e, soprattutto, perché dopo questa età può creare dipendenza psicologica, rendendo davvero difficile il momento del distacco. Se il tuo bambino si avvicina a questa età e desideri aiutarlo ad abbandonare il ciuccio, niente paura: innanzitutto, valuta se ci sono elementi stressanti nel suo quotidiano, come ad esempio l’arrivo di un fratellino oppure l’inserimento alla scuola materna. Se la risposta è sì, forse non è il momento migliore per tuo figlio: aspetta che la situazione si normalizzi e che lui viva tranquillamente questi cambiamenti. Poi, ti consigliamo di non togliere il ciuccio all’improvviso e senza preparare l’evento gradualmente: il bimbo si sentirebbe di sicuro a disagio e potrebbe manifestare nervosismo.

E quindi, come fare per toglierlo? Come spesso capita, non è possibile dare una ricetta universale, perché ogni bambino è unico.

Tuttavia, potresti iniziare concordando con il tuo bimbo alcuni momenti della giornata in cui il ciuccio non è a disposizione: ad esempio, potreste lasciarlo a casa durante le vostre uscite per andare al parco a giocare oppure quando fate la spesa al supermercato, per poi aumentare gradualmente i momenti in cui il ciuccio resta “a riposo” e il bimbo ne fa a meno. Ad esempio, lo potrà avere fino a che non suona una sveglia (potete impostare un timer) e poi basta perché il ciuccio si stanca, per rilassarsi sfogliando un librino, per il riposino pomeridiano e per la notte, poi solo per addormentarsi, … e via dicendo…

Con alcuni bimbi è utile trovare insieme un luogo dove il ciuccio va a riposarsi o “aspetta” il bambino: potete scegliere un oggetto che avete a casa oppure costruire insieme una casetta per lui, magari utilizzando materiali di riciclo, dove potrà riporlo prima di uscire.
Avere un luogo dove lasciare l’amato oggetto aiuta, infatti, i più piccoli a separarsene senza ansia, tranquilli di trovarlo quando è il momento giusto e sapendolo “al sicuro” in loro assenza. A volte funziona anche l’idea di lasciare il ciuccio con l’orsetto, con la bambola, con un pupazzo che tuo figlio ama di più, che se ne occuperà quando il bambino non c’è. Via via che ci rinuncia durante il giorno, possiamo provare a toglierlo anche per il momento della nanna, sostituendo il ciuccio con una coccola!